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esproprio: la cessione volontaria conviene?

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la cessione volontaria conviene quando si è d’accordo sull’indennità

Esproprio: la cessione volontaria conviene?

Sì, se si condivide l’indennità offerta dalla Pubblica Amministrazione perché, in tal caso, sono previste delle maggiorazioni a vantaggio di chi decide di cedere volontariamente il bene senza subire tutto il procedimento espropriativo.

 

Ma in che cosa consiste la cessione volontaria del bene?

L’art. 45 del Testo unico sugli espropri stabilisce che il proprietario ha il diritto di stipulare con l’amministrazione che espropria “l’atto di cessione del bene“.

In sostanza, l’atto di cessione è un vero e proprio contratto che intercorre tra proprietario e amministrazione quando vi è accordo sull’indennità.

Presupposti della cessione volontaria sono infatti:

– condivisione dell’indennità: se il proprietario non la condivide , l’amministrazione procede all’esproprio e deposita l’indennità provvisoria. Si apre così una vera e propria fase di opposizione all’indennità;

– deposito della documentazione da parte del proprietario a dimostrazione della libera e piena proprietà del bene.

L’ultimo comma del citato art. 45 prevede una norma pericolosa per il proprietario e cioé: “l’accordo di cessione produce gli effetti del decreto di esproprio e non li perde se l’acquirente non corrisponde la somma entro il termine concordato”.

Che cosa significa tutto ciò? Che, con la firma dell’atto di cessione, si trasferisce definitivamente la proprietà del bene alla Pubblica Amministrazione e, se questa non paga, si può soltanto cercare di esigere il proprio credito: cosa notoriamente non facile quando si ha a che fare con gli enti pubblici.

La cosa migliore, dunque, è quella di farsi pagare contestualmente alla firma dell’atto di cessione e, se ciò non fosse possibile, bisogna porre attenzione a quello che si firma in quanto non conviene accettare i moduli prestampati che vengono presentati dall’Amministrazione, ma conviene redigere un contratto autonomo.

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