Skip to main content

Rumore traffico stradale: il rispetto della normativa di settore non fa venir meno il criterio della normale tollerabilità

Rumore traffico stradale: la normativa di settore per la realizzazione della strada non elide le disposizioni codicistiche in materia di immissioni rumorose.

Una macchina veloce, l’orizzonte lontano e una donna da amare alla fine della strada.

(Jack Kerouac)

L’immagine dipinta dal fantastico scrittore statunitense, padre del movimento beat, è splendida: peccato che spesso ai margini della strada vi siano residenti non del tutto ammaliati dal rumore e dalle emissioni della macchina veloce.


La riflessione di oggi si sofferma sul fenomeno estremo, ma purtroppo ricorrente, di una strada il cui rumore del traffico veicolare sia divenuto insopportabile.


Sulla disciplina codicistica (art. 844 cc.) contemplante i limiti delle cosiddette immissioni moleste ci siamo soffermati più volta (link 1, 2 , 3) quando abbiamo rilevato come sia previsto che il proprietario di un fondo debba sopportare i rumori che non superino la normale tollerabilità, vietando, implicitamente, quelli che la oltrepassino.


Bene.


In materia di inquinamento acustico derivante da traffico veicolare vi sono normative specifiche volte a disciplinare opportunamente misure di contenimento e di prevenzione del rumore stradale. Fra queste il DPR 142 del 2004.

rumore traffico veicolare


Che succede nel caso in cui le strade vengano realizzate nel rispetto di tutti i canoni stabiliti da tali normative, ma ciononostante promanino rumori molesti?


Sul punto sono intervenute più pronunce della Corte di Cassazione, la più recente delle quali – n 28893/2018 – ci serve di spunto per rispondere al quesito.


Il caso verteva due abitanti di una cittadina piemontese che avevano convenuto in giudizio la società autostrade lamentando l’insopportabile rumore proveniente da un tratto autostradale finitimo alla loro dimora e, conseguentemente all’accertamento del superamento del livello massimo di immissioni rumorose, chiedevano un provvedimento volto a imporre l’esecuzione di opere necessarie per l’eliminazione della rumorosità, oltre al risarcimento dei danni alla salute ed esistenziali patiti a causa di tali fenomeni.


La società convenuta si costituiva rilevando di aver rispettato rigorosamente tutte le normative di settore in materia immissioni rumorose derivanti da traffico stradale e conseguentemente chiedeva il rigetto delle istanze attoree.

rumore autostrada
rumore traffico stradale: se l’infrastruttura risponde ai parametri per il contenimento delle immissioni si deve operare comunque il riferimento alla normale tollerabilità ex art. 844 cc


La Suprema Corte si è pronunciata con estrema chiarezza, rilevando che “mentre è senz’altro illecito il superamento dei livelli di accettabilità stabiliti dalle leggi e dai regolamenti che, disciplinando le attività produttive, fissano nell’interesse della collettività le modalità di rilevamento dei rumori e i limiti massimi di tollerabilità, l’eventuale rispetto degli stessi non può fare considerare senz’altro lecite le immissioni, dovendo il giudizio sulla loro tollerabilità formularsi alla stregua dei principi di cui all’art. 844 c.c., tenendo presente, fra l’altro, la vicinanza dei luoghi e i possibili effetti dannosi per la salute delle immissioni”.


In buona sostanza, non è corretto affermare che il rispetto dei limiti fissati dalla disciplina di settore precluderebbe qualunque ulteriore vaglio di tollerabilità ex art. 844 c.c., ossia che la normativa speciale faccia venire meno le previsioni generali del codice civile in materia di immissioni.

Varrà sempre il criterio della tollerabilità, posto dalla legge a bilanciamento di opposte esigenze di chi abbia o faccia un’attività che promani rumore e chi tale immissione debba sopportarla.




Per una consulenza da parte degli avvocati Berto in materia di


RUMORE TRAFFICO STRADALE

Condividi l'articolo sui social